In un mondo tecnologico che si evolve sempre più velocemente i container informatici assumono un ruolo essenziale in moltissimi ambiti di sviluppo. Ma cosa sono e soprattutto quali sono le loro funzionalità?
A cosa servono i container informatici?
Diversamente da quanto si possa pensare i container non sono un’invenzione recente. In origine ci fu il container Linux, creato dall’omonimo sistema operativo già circa vent’anni fa. Nel 2013, con la nascita di Docker, è iniziata una nuova fase di sviluppo che ci ha condotti fino all’attuale versione dei container informatici. Tuttavia, che cosa sono nella pratica?
Se dovessimo dare una definizione di container potremmo definirlo come uno spazio virtuale in cui è possibile effettuare l’esecuzione un software in maniera isolata ed indipendente dal sistema operativo su cui è stato eseguito. Questi contenitori informatici contengono al loro interno tutto il necessario per l’esecuzione di un applicativo.
Nonostante abbiano caratteristiche simili, è necessario distinguere i data container dalle virtual machine. Queste ultime virtualizza l’intero sistema operativo, mentre un container virtualizza solamente i componenti necessari all’applicazione.
Ogni container informatico viene eseguito attraverso un apposito software chiamato runtime, il quale sfrutta il kernel, ovvero il nucleo del sistema operativo che gestisce le funzioni di controllo fondamentali di un computer.
Tornando alle differenze con le virtual machine, i container sono decisamente più leggeri e di conseguenza più veloci nell’esecuzione dei software.
Quali sono i vantaggi della containerizzazione?
Utilizzare i container informatici comporta tutta una serie di vantaggi:
- migliori performance. Sfruttando meno risorse rispetto alle classiche virtual machine risultano più performanti e contribuiscono a ridurre i costi dell’infrastruttura;
- isolamento delle applicazioni. Ogni container lavora in modo separato dall’altro così non si generano problemi di incompatibilità con altri software o librerie.
- portabilità. I runtime per l’esecuzione dei container informatici sono disponibili per Linux, Windows e Mac. In pratica possono essere utilizzati su qualunque dispositivo.
- agevolano il lavoro dello sviluppatore, il quale può disporre di tutti i software necessari nel medesimo ambiente di produzione. I container informatici gli permettono anche di utilizzare contemporaneamente diverse versioni dello stesso software.
Tutti questi aspetti contribuiscono a ridurre i tempi di sviluppo e a minimizzare i bug dovuti ad incompatibilità tra ambiente di sviluppo e ambiente di produzione.
Quali sono i principali runtime?
Come già osservato nei paragrafi precedenti, con il termine “runtime” si intende il software necessario all’esecuzione dei container informatici. Quello principale e maggiormente conosciuto è indubbiamente Docker nato nel 2013. Ad oggi esistono anche altri runtime, come ad esempio Containerd o CRI-O, i quali permettono di eseguire anche i container creati con Docker.
Passando all’analisi dei diversi runtime, Docker risulta il tool più completo in quanto dispone di un client, di un’interfaccia intuitiva e di una documentazione estesa. Rappresenta indubbiamente la soluzione migliore per coloro desiderosi di sperimentare i container informatici.
Docker è la soluzione più comune in un ambiente di sviluppo, mentre in un ambiente di produzione esistono altri runtime più snelli e performanti, come ad esempio Kubernetes, uno dei software più utilizzati in tale ambito.
Un surplus dei container informatici: il registro delle immagini
Un altro grosso vantaggio dei container che merita sicuramente una menzione a parte è il registro delle immagini o Container Registry. Un container informatico viene generato a partire da un file in cui è specificato il contenuto. Poi sarà necessario effettuare una build che produrrà un’immagine da utilizzare.
Docker mette a disposizione su dockerhub un Registry gratuito dove è possibile scaricare e usare tutte le immagini disponibili. Esistono da un lato le immagini ufficiali per quasi tutti i software e dall’altro quelle pubblicate dagli utenti della community.
Docker inoltre, ti permette di usufruire di un Container Registry privato sottoscrivendo un piano a pagamento. Anche Github e Gitlab offrono la propria versione privata di repository da poter utilizzare.
I container informatici semplificano la vita degli sviluppatori
I container informatici sono sempre più utilizzati e sono alla base di moltissimi servizi e tecnologie. Ogni sviluppatore che si rispetti ha il dovere almeno di sapere cosa sono e come funzionano.
Il container può essere uno strumento utile anche a figure non prettamente tecniche che si confrontano quotidianamente con il mondo web e dello sviluppo in generale. Per iniziare ad utilizzare i container e sfruttare al meglio le loro funzionalità leggi anche questo articolo (link da inserire quando sarà realizzato l’articolo su come utilizzare i container).